economia del credere

Mentre preparavo una traccia per parlare di Banca Etica ai ragazzi, mi sono imbattuta nel libro :”Del Cooperare. Manifesto per una nuova economia” edizioni Vita.

Io che non credo affatto nelle coincidenze ho iniziato a leggere il primo capitolo imbattendomi nel racconto di una (?) coincidenza.

Avevo appena annunciato che avremo con noi uno dei banchieri di Banca Etica e questo aveva suscitato emozioni di approvazione. Siamo in tanti a credere in un nuovo mondo possibile. Forse troppo pochi per cambiare.

Ma a contare non si comincia da 1?

Allora io sono il numero 1 e se fossi ancora piccola ripeterei il gioco che facevamo all’oratorio a Milano: preparavamo la mano a “conca” con il dorso in su e poi iniziamo a cantare : Chi vuole giocare metta sotto il dito, chi vuole giocare metta sotto il dito...

Chi c’era, giocava.

Ecco il testo del promo capitolo di Giorgio Agamben:

“Per capire che cosa significa la parola “futuro”, bisogna prima capire che cosa significa un’ altra parola, che non siamo più abituati a usare se non nella sfera religiosa: la parola “fede”. Senza fede o fiducia, non è possibile futuro, c’ è futuro solo se possiamo sperare o credere in qualcosa. Già, ma che cos’è la fede? David Flüsser, un grande studioso di scienza delle religioni – esiste anche una disciplina con questo strano nome – stava appunto lavorando sulla parola pistis, che è il termine greco che Gesù e gli apostoli usavano per “fede”. Quel giorno si trovava per caso in una piazza di Atene e a un certo punto, alzando gli occhi, vide scritto a caratteri cubitali davanti a sé Trapeza tes pisteos. Stupefatto per la coincidenza, guardò meglio e dopo pochi secondi si rese conto di trovarsi semplicemente davanti a una banca: trapeza tes pisteos significa in greco “banco di credito”. Ecco qual era il senso della parola pistis, che stava cercando da mesi di capire: pistis, ” fede” è semplicemente il credito di cui godiamo presso Dio e di cui la parola di Dio gode presso di noi, dal momento che le crediamo. Per questi Paolo può dire in una famosa definizione che “la fede è sostanza di cose sperate”: essa è ciò che dà realtà a ciò che non esiste ancora, ma in cui crediamo e abbiamo fiducia, in cui abbiamo messo in gioco il nostro credito e la nostra parola. Qualcosa come un futuro esiste nella misura in cui la nostra fede riesce a dare sostanza, cioè realtà alle nostre speranze.

Ma la nostra, si sa, è un’ epoca di scarsa fede o, come diceva Nicola Chiaromonte, di malafede, cioè di fede mantenuta a forza e senza convinzione. Quindi un’ epoca senza futuro e senza speranze – o di futuri vuoti e di false speranze. Ma, in quest’ epoca troppo vecchia per credere veramente in qualcosa e troppo furba per essere veramente disperata, che ne è del nostro credito, che ne è del nostro futuro? Perché, a ben guardare, c’ è ancora una sfera che gira tutta intorno al perno del credito, una sfera in cui è andata a finire tutta la nostra pistis, tutta la nostra fede. Questa sfera è il denaro e la banca – la trapeza tes pisteos – è il suo tempio. Il denaro non è che un credito e su molte banconote (sulla sterlina, sul dollaro, anche se non – chissà perché, forse questo avrebbe dovuto insospettirci- sull’ euro), c’ è ancora scritto che la banca centrale promette di garantire in qualche modo quel credito. La cosiddetta “crisi” che stiamo attraversando – ma ciò che si chiama “crisi”, questo è ormai chiaro, non è che il modo normale in cui funziona il capitalismo del nostro tempo – è cominciata con una serie sconsiderata di operazioni sul credito, su crediti che venivano scontati e rivenduti decine di volte prima di poter essere realizzati. Ciò significa, in altre parole, che il capitalismo finanziario – e le banche che ne sono l’ organo principale – funziona giocando sul credito – cioè sulla fede – degli uomini. Ma ciò significa, anche, che l’ ipotesi di Walter Benjamin, secondo la quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce e implacabile che sia mai esistita, perché non conosce redenzione né tregua, va presa alla lettera. La Banca – coi suoi grigi funzionari ed esperti – ha preso il posto della Chiesa e dei suoi preti e, governando il credito, manipola e gestisce la fede – la scarsa, incerta fiducia – che il nostro tempo ha ancora in se stesso. E lo fa nel modo più irresponsabile e privo di scrupoli, cercando di lucrare denaro dalla fiducia e dalle speranze degli esseri umani, stabilendo il credito di cui ciascuno può godere e il prezzo che deve pagare per esso (persino il credito degli Stati, che hanno docilmente abdicato alla loro sovranità). In questo modo, governando il credito, governa non solo il mondo, ma anche il futuro degli uomini, un futuro che la crisi fa sempre più corto e a scadenza. E se oggi la politica non sembra più possibile, ciò è perché il potere finanziario ha di fatto sequestrato tutta la fede e tutto il futuro, tutto il tempo e tutte le attese. Finché dura questa situazione, finché la nostra società che si crede laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni, sarà bene che ciascuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, banchieri, professori e funzionari delle varie agenzie di rating.E forse la prima cosa da fare è di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fare, per rivolgere invece lo sguardo al passato. Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando di capire come è potuto avvenire sarà possibile, forse, ritrovare la propria libertà. L’ archeologia – non la futurologia-è la sola via di accesso al presente”.13482952_10209324589862565_6752914679232375185_o

need you

Now, today, I would need my friend Chris.
Today, they are no longer able to hear stories of pain, suffering, abuse, all legitimized by rules and laws, I need her.
Today, chris, I would have looked into her eyes, and I would have asked you to help me find the strength to give up everything.
Every moment  of these strenuous days is full of words that I said ouch in Florence: you have to subscribe to master of Ashridge.
We talked about it, I explained the conflict that I feel when I have to apply rules that are manifestly contrary to what I was learning at the summer school.
There is no answer, he told me Chris. you have to find you an answer.
subscribe to this master where you will find people who like you want to try to change the world.
Small steps, small gestures made by a small group of people.
No glaring things: conduct consistent only.
It is too expensive that master, I had responded. I can not afford it.
Now I wonder whether it is worthwhile to sell everything and go away, starting from where the art studios, theater, communication, economics, semiotics, law, Latin, science, chemistry, biology, environment, finance … would make sense.
I put a limit: the end of summer.
In Autumn, when the Earth rests, and the Earth, exhausted, regenerates, leaving for my journey in search of the future, which is not unknown, but it has the basics in the past; It has the basics in the voices and in the affection of friends.

 

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